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Parco Del Basso Brembo

LE FINALITÀ DEL PLIS

Le finalità del PLIS, come specificate nella Convenzione in essere tra i Comuni aderenti, sono le seguenti :

DOVE SIAMO

La sede legale del PLIS del Basso Corso del fiume Brembo è presso il Parco Adda Nord, a Trezzo sull’Adda (MI), in Via Padre Benigno Calvi n. 3.

La sede territoriale del PLIS è individuata storicamente a Marne di Filago (BG), in Via Todeschini, presso l’edificio delle ex Scuole Elementari, messo a disposizione dal Comune di Filago.

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COME RAGGIUNGERE LA SEDE TERRITORIALE:

In bici (dalla stazione di Bergamo)

Accesso da Bergamo/stazione: scendendo dal treno nella stazione di Bergamo ci si ritrova in Piazza Guglielmo Marconi con l’affascinante prospettiva del maestoso viale di Papa Giovanni XXIII a cui fa da cornice una spettacolare città alta con uno dei suoi ingressi pedonali principali. Per raggiungere la rete ciclopedonale provinciale è necessario percorrere viale Papa Giovanni XXIII fino all’incrocio di via Paleocapa e in questi svoltare fino a raggiungere Largo Tironi. Da qui è possibile seguire due diverse direzioni che tuttavia portano entrambe all’ingresso nord del Plis. Si consiglia tuttavia di intraprendere la seconda soluzione almeno fin tanto che non verranno realizzare apposite piste ciclopedonali sulla circonvallazione di Bergamo.

  1. Da Largo Tironi si svolta in Via San Bernardino e appena oltrepassato il ponte della ferrovia inizia la rete ciclopedonale. Si percorre l’intera via San Bernardino fino ad arrivare alla circonvallazione sulla quale ci si immette nella zona dedicata al percorsi ciclabili fino per approdare al ponte di Treviolo. Ci si immette in tale comune da Via Bergamo proseguendo in linea retta fino a raggiungere via Dalla Chiesa. Svoltando a destra e proseguendo per circa 600 metri ci si immette, svoltando a sinistra, sulla strada vicinale Lungo Serio per giungere dopo circa 3,5 Km al Plis del Brembo.
  2. Alternativamente è possibile percorrere via Carducci e Via Briantea. Superata la rotatorio di raccordo con l’asse interurbano, al primo semaforo svoltare a sinistra per via Fermi e dopo circa 1,5 Km a sinistra in Via Carlo Alberto Dalla Chiesa in direzione Curnasco. Oltrepassato l’asse interurbano, la prima strada a destra è la strada vicinale del lungo serio la quale di accompagna fino all’ingresso del Plis.

Accesso da Treviglio/stazione ovest: per tutti coloro che intendono godere appieno delle bellezze rurali della bassa bergamasca è fortemente consigliato il percorso che si snoda tra la stazione di Treviglio ovest e la sede del Plis. La stazione di Sagrada Familia, recentemente ristrutturata e adeguata alle normative vigenti si localizza in Piazzale Mazzini. Da Largo 1° Maggio, immediatamente adiacente alla stazione, ci si immette su viale Buonarroti, fino a giungere a Largo Vittorio Emanuele dal quale ci si immette sulla rete ciclopedonale provinciale da via Canonica. Proseguendo per tale via (Sp 141) per circa 8 Km si arriva alla SS525 nel comune di Canonica d’Adda. Questa strada di collegamento permette di veloce ma assai eloquente panoramica del paesaggio agricolo che fino a pochi anni orsono ha caratterizzato l’intera bassa bergamasca. L’area di confine tra il comune di Canonica d’Adda e Pontirolo Nuovo risulta inoltre caratterizzata da una serie di cave alcune attive, ma altre, com’è il caso del Laghetto S. Michele, dismesse e trasformate bacini artificiali per la pesca sportiva e circondate da locali per la ristorazione e intrattenimento. Penetrando il territorio di canonica da Via Caravaggio, via Lombardia e, attraversando la SS525, via Verdi, ci si dirige verso il campo sportivo di comunale per poi proseguire nella cosiddetta “strada vecchia di Brembate” la quale si incunea nel territorio di Brembate da via Canonica. Proseguendo per via Gorizia si arriva al Ponte vecchio di Brembate e svoltando a sinistra si risale via San Vittore fino ad approdare alla nuova rotatoria vicino alla piazza della chiesa. Girando a destra e proseguendo su via Marconi, via Vercellio e una volta attraversata la provinciale su via per Marne, si raggiunge in pochi minuti la frazione di Marne. Girando a destra per via Don Covelli, ci si immette successivamente in via Todeschini ove a sede il l’ente parco.

In automobile

Uscita autostrada A4 – Capriate, al rondò girare a destra in direzione Ponte S. Pietro (SP 183) e seguire le indicazioni per Marne. Da Bergamo seguire la S.S 342 Briantea in direzione Ponte S. Pietro. Subito dopo Ponte S. Pietro al semaforo prendere la SP 155 in direzione autostrada A4. Dopo 7 Km circa svoltare per Filago e seguire le indicazioni per Marne. Dalla stazione di Verdello proseguire per Osio Sotto. Al semaforo girare a sinistra sulla S.S. 525 in direzione Milano. Al rondò di Zingonia seguire le indicazioni dell’autostrada A4. Al primo semaforo superato il fiume Brembo girare a destra e proseguire per circa 1 Km

LA CONSULTA DEL PLIS

La costituzione e il funzionamento della Consulta del PLIS sono disciplinati dall’articolo 6 della Convenzione vigente tra i Comuni e il Parco Adda Nord:

“Art. 6 – CONSULTAZIONE PERIODICA

Allo scopo di garantire un’organica e sistematica partecipazione dei Comuni aderenti all’attività gestionale del PLIS, è costituito un apposito organismo di consultazione denominato “Consulta del PLIS del Basso corso del fiume Brembo”. La Consulta è costituita dal Presidente del Parco o suo delegato e dai Sindaci dei Comuni aderenti o loro delegati, individuati nell’ambito della Giunta o del Consiglio comunale. Ai lavori della Consulta partecipa anche il Direttore del Parco o suo sostituto. Ai lavori della Consulta possono anche partecipare, se richiesti e in qualità di esperti, Funzionari del Parco e dei Comuni. La Consulta si riunisce ordinariamente ogni tre mesi su convocazione del Presidente del Parco. La Consulta può anche riunirsi straordinariamente su richiesta di uno dei suoi componenti. Entro il mese di settembre di ogni anno la Consulta viene convocata per definire gli indirizzi e i contenuti del Programma Pluriennale degli Interventi, il Programma annuale di gestione, il Bilancio Preventivo, il Piano di Riparto, il Conto Consuntivo. Nel corso delle altre riunioni annuali il Parco riferirà sui fatti e sulle attività salienti relativi alla gestione del PLIS. Alla Consulta è affidato il ruolo di indirizzo e controllo degli atti e degli interventi inerenti il PLIS, siano essi di natura contrattualistica e istituzionale, siano essi a rilevanza economica, di natura corrente o capitale, ivi compresi l’espressione di pareri in merito alle politiche ed alle azioni di rilevanza ambientale e storico-culturale interessanti il territorio del PLIS stesso. Le funzioni inerenti l’attività della Consulta, che non siano espressamente normate nei singoli articoli della presente Convenzione, sono poste in capo al Parco.”

La Consulta del PLIS è attualmente costituita dai seguenti rappresentanti:

IL TERRITORIO

IL PLIS DEL BASSO BREMBO è un Parco Locale di Interesse Sovraccomunale che coinvolge i territori di 7 Comuni adiacenti alle sponde del Fiume Brembo, ufficialmente riconosciuto dalla Provincia di Bergamo nel Febbraio 2005.

Il Comuni che costituiscono il PLIS sono : BONATE SOTTO, BOLTIERE, DALMINE, MADONE, FILAGO, OSIO SOPRA, OSIO SOTTO.

Il territorio del PLIS del BASSO BREMBO ha una estensione di circa 1000 ettari così suddivisi :

IL FIUME BREMBO

Il sistema idrico del Brembo
In questa sezione del sito presentiamo alcune schede monografiche sul fiume Brembo. L’obiettivo di queste schede è quello di descrivere il Brembo dalla sua origine fino alla confluenza nell’Adda.
I primi due argomenti: “Alle Origini del Brembo” e “Alto e Medio Corso” verranno trattati in maniera più superficiale mentre il “Basso Corso” verrà descritto in maniera più approfondita, andando a dettagliare separatamente gli affluenti e i canali derivati, corredando il tutto con suggestive fotografie originali (Fausto Cologni).

ALLE ORIGINI DEL BREMBO

MAPPA DI RIFERIMENTO (creata da Gianpietro Bacis : si consiglia la visualizzazione della mappa di Google nelle sue diverse modalità: Mappa, Sat, Ter e, meglio ancora, Earth).

Al di là dei campanilismi che vedono nascere il Brembo ora da un torrente, ora da un laghetto, ora da un altro, di certo si può affermare che che il Brembo nasce a Sud dell’arco delle Prealpi Orobiche compreso fra il Pizzo dei Tre Signori e il Pizzo del Diavolo.

alpinistiAd Ovest Il Pizzo dei tre Signori, così detto perchè divideva, e divide, i territori di Bergamo, Sondrio e Lecco, dà origine al Ramo di Ponente detto anche Ramo di Olmo, anche se in realtà la propagine più alta si forma in territorio di Mezzoldo. alpinistiIl Ramo di Levante o di Branzi, ad Est, prende corpo dal Pizzo del Diavolo di Tenda, nel Comune di Carona.

RAMO DI PONENTE O DI OLMO

red3 Il Brembo di Olmo si forma sopra Mezzoldo nella piana del Rifugio Madonna delle Nevi, circondata, da Est a Ovest, dai Monti Azzarini, Azzaredo e Pizzorotondo, più esattamente al laghetto Cavizzola (1973 m. slm) della valletta omonima. Il torrente scende a lambire il Rifugio Madonna delle Nevi, ai piedi della salita verso il Passo San Marco. Prosegue quindi verso il Ponte dell’Acqua, più valle, Scaluggio e, una volta attraversato l’abitato di Mezzoldo, scende verso Olmo al Brembo dopo aver raccolto le acque del Torcola. Il Torrente Torcola scende dalla Val Torcola e attraversa l’abitato di Piazzatorre, prima di confluire nel Ramo di Olmo. Sul territorio del comune di Olmo confluiscono nel Brembo da destra i Torrenti Mora (da Averara) e Stabina (da Valtorta). Così formato il Brembo di Olmo scende a Lenna dove si unirà al Ramo di Levante o di Branzi.

Torrente Mora
red2Il Torrente Mora prende corpo alla Piana dell’Acqua Nera, sotto il Passo San Marco, a Est, e il Passo di Verobbio, ad Ovest, entrambi verso il Comune di Morbegno in Valtellina. Dopo lo sbarramento artificiale del lago Valmora, il torrente scende lungo la Valmoresca, attraversando l’omonima frazione e quella Caprile,entrambe del Comune di Averara. Riceve da destra il confluente di Cusio e Santa Brigida. Il confluente di Cusio e Santa Brigida nasce dalla piana del Monte Avaro, scende lungo la Val Bindo attraversando i comuni di Cusio e di Santa Brigida, e si getta nel Mora sul territorio del comune di Averara. Il torrente Mora conclude la sua corsa confluendo nel Ramo di ponente del Brembo, sul comune di Olmo al Brembo.

Torrente Stabina
red1Il Torrente Stabina nasce sopra il Comune di Valtorta, nella Valletta Caravino ai piedi del Passo di Camisolo, a Ovest rispetto alla catena del Pizzo dei Tre Signori che divide le Province di Bergamo, Lecco e Sondrio. Superato l’abitato di Valtorta, riceve da sinistra le acque del Torrente che scende da Ornica. L’Ornica nasce dalla valletta d’Inferno ad Est di Ornica verso il passo omonimo che porta a Cusio. Da destra, più a valle, riceve le acque del Torrente Cassiglio (Cassèi). Il Cassiglio origina dal passo Baciamorti a Sud di Cassiglio e dopo lo sbarramento artificiale della diga di Cassiglio, si getta nello Stabina. A questo punto lo Stabina scende verso Olmo dove confluisce con il Ramo di Ponente del Brembo, in arrivo da Mezzoldo.

RAMO DI LEVANTE O DI BRANZI

Il Brembo di Branzi nasce, sopra il Comune di Carona, dal Pizzo del Diavolo di Tenda, per convenzione esattamente al Lago del Diavolo a 2140 m. slm, poco sopra il Rifugio Longo(alcuni lo fanno invece nascere poco più ad Est, nella val Cavisana, alle pendici occidentali del Pizzo).. Alimenta, più a valle il Lago di Cava o Cavasabbia, lambisce la frazione di Pagliari e scende a formare il lago artificiale della diga di Carona. Più a valle, a Branzi riceve a destra le acque del Brembo di Valleve formato dal torrente che scende da San Simone (detto Confluente di Cambrembo) e da quello che scende da Foppolo, che si uniscono appunto a Valleve A quel punto Il Brembo di Branzi può dirsi completato e scende verso Lenna, che raggiunge dopo aver ricevuto da destra e da sinistra una serie di ruscelli; tra questi, i più importanti sono due: il Bondaglio e il Valsecca. IlTorrente Borleggia origina sopra il lago Gemelli e scende verso Branzi dopo lo strapiombo del lago del Pian delle Casere. Il Torrente Valsecca nasce nell’anfiteatro nell’anfiteatro del passo di Mezzeno a oltre 1900 m. slm e scende attraversando Capovalle, Roncobello, Baresi e Bordogna. Confluisce in riva sinistra nel Brembo a Bordogna, dirimpetto alla Valnegra di Moio de’ Calvi.

Brembo di Valleve
Il Brembo di Valleve si forma appunto a Valleve, dall’unione del Confluente di Cambrembo e del Brembo di Foppolo; scende quindi verso Branzi a confluire in riva destra nel Ramo di Levante che scende da Carona. red4Il Confluente di Cambrembo Nasce dal Bacino del Pizzo Rotondo, sotto il passo di Lemma, nel territorio di San Simone del Comune di valleve. Più a Ovest, sull’altro versante, Nasce il Brembo di Olmo, dai monti Azzaredo e Azzarini. Il Confluente di Cambrembo si unisce a Valleve (in dialetto Al Lif) al Brembo che scende da Foppolo e insieme proseguono fino a Branzi. red5Il Brembo di Foppolo si forma nel Bacino ai piedi del Monte Toro, convenzionalmente dal Lago delle Trote a 2109 m slm, a Nord-Est di Foppolo. Riceve le acque che scendono dal Passo di Dordona e dalla Valletta della Cima Cadelle. Alcuni sostengono che il ramo principale sia quelllo che scende dal Lago Dordona, dell’omonimo Passo a Nord di Foppolo (Strada forestale Foppolo-Fusine). Si unisce al Confluente di Cambrembo a Valleve (in dialetto Al Lif) , e più esattamente alla località Chignolo, e insieme proseguono fino a Branzi. red A Lenna il Brembo si considera completato e pronto per il lungo viaggio verso l’Adda. (NOTA : Nella mappa Google i tracciati in verde rappresentano i torrenti delle vallate laterali che confluiscono in quelli principali descritti).

ALTO E MEDIO CORSO DEL BREMBO

MAPPA DI RIFERIMENTO

A Lenna il Brembo può considerarsi formato.
Per Alto corso, si intende di norma il tratto che il Brembo percorre da Lenna fino ai ponti di Sedrina, attraversando nell’ordine i comuni di Camerata Cornello, San Giovanni Bianco, San Pellegrino, Zogno e Sedrina. Prosegue poi il Medio corso sui comuni di Clanezzo, Almenno San Salvatore, Almenno San Bartolomeo e Brembate di Sopra in riva destra e Villa D’Almè¨, Almè¨, Paladina e Valbrembo sulla riva sinistra fino al Ponte di Briolo in territorio di Ponte San Pietro. Quello che segue è l’elenco dei torrenti che affluiscono nel Brembo. nell’alto e medio corso, ai quali si aggiunge l’unico canale artificiale derivato in questo tratto: il Canale Legler.

Torrente Parina
Il Parina nasce fra il Pizzo Arera e la cima di Valmora. Percorre la Val Parina quasi sempre in orrido, sul territorio dei comuni di Oltre il Colle, Serina, Dossena e Lenna. Confluisce nel Brembo in riva sinistra a Camerata Cornello.

Torrente Enna o Taleggia
Esce da una grotta della Costa del Palio, vicino a Morterone, in Provincia di Lecco. Entra quindi in provincia di Bergamo e percorre tutta la Val Taleggio. Dopo una spettacolare forra di più di 3 Km, si getta nel Brembo, in riva destra a San Giovanni Bianco.

Torrente Ambria
Si forma nel piccolo comune di Algua dalla confluenza del torrente Serina e dal torrente Ambriola che scende da Selvino. Si unisce al Brembo da sinistra sul territorio di Ambria, frazione del Comune di Zogno.

Torrente Brembilla
Nasce dalla “Forcella di Bura”, percorre la Val Brembilla e confluisce nel Nembo in riva destra ai Ponti di Sedrina. Attraversa i comuni di Gerosa, Blello e Brembilla.

Torrente Imagna
Nasce sul fronte orientale del Resegone, detto anche Monte Serrada, percorre da Ovest a Est l’omonima valle e confluisce nel Brembo in riva destra sul territorio del Comune di Clanezzo.

Il Canale Legler
E’ derivato in Riva sinistra a Villa D’almè. Attraversa i comuni di Almè, Paladina e Valbrembo restituendo l’acqua al Brembo in prossimità della cava all’altezza del Ponte di Briolo. Recentemente il tracciato ha subito delle modifice: rientra nel Brembo e viene riestratto allo sbarramento nel Comune di Almè¨.

Torrente Tornago
Il torrente Tornago nasce nella frazione di Albenza, più estattamente a Nord della località Camitaglio.Superato il ponte di Barlino, scende a delimnitare il confine fra i comuni di Almenno San Salvatore ad Est e San Bartolomeo a Sud-Ovest. Superata la Strada Provinciale 175 che collega i due Almenno, incontra l’antichissimo Ponte Tarchì (sulla vecchia strada); scende quindi a lambire la chiesa romanica di San Tomè e si getta nel Brembo alla Molina. La leggenda vuole che il ponte tarchì, detto anche ponte del diavolo, sia stato costruito con l’aiuto del demonio che avrebbe preteso, in cambio, l’animo del primo che l’avrebbe attraversato.

Il Medio Corso del fiume termina al Ponte di Briolo dove comincia, per convenzione, il Basso Corso fino alla confluenza con l’Adda.

IL BASSO CORSO DEL BREMBO

MAPPA DI RIFERIMENTO

red-circleConvenzionalmente il Basso corso del Brembo inizia al Ponte di Briolo e termina a Sud del Villaggio Crespi con la sua confluenza nell’Adda.

Qualche centinaio di metri più a valle un primo sbarramento convoglia l’acqua del fiume nella centrale elettrica che è stata per più di un secolo di proprietà della famiglia Legler ed ha alimentato la anifatturiera tessile che ha dato lavoro a migliaia di famiglia di tutta la zona. La portata viene immediatamente restituita al fiume in maniera integrale.
Dopo il ponte della Briantea, che collega Bergamo a Lecco-Como e il ponte della ferrovia Bergamo-Carnate-Milano, la corrente del fiume subisce un rallentamento dovuto allo sbarramento Enel a valle del vecchio Ponte di San Pietro, in prossimità della “Corna della Masnada” dove, a destra viene estratta la “Derivazione Basso Brembo” (Canale Enel) sul tracciato della vecchia Roggia Masnada e, a sinistra l’attuale Canale Curnino e Ceresino (Canalì), che scorre sulla riva sinistra del fiume, in sostituzione della antichissima Roggia Scotti.
Nella notte di Natale del 2009, a causa di una piena del fiume, il grosso cilindro che costituiva lo sbarramento crollò fragorosamente e il boato spaventò tutti gli abitanti della zona. Fino alla ricostruzione della diga, sia la derivazione basso Brembo, al servizio delle centrali Enel di Bonate Sotto e Marne di Filago, che il canale Crunino e Ceresino, rimasero a secco.
1In territorio di Curno, in riva sinistra, il Brembo riceve le acque del Torrente Quisa (La Quisa)che origina dalla zona di Sorisole, a Nord del territoro di Bergamo. Al confine con il territorio di Treviolo, in località Fornace, sul fondo del fiume un condotto porta le acque di Treviolo verso il depuratore delle Giaie di Bonate.

A quel punto il fiume incrocia la circonvallazione Sud d Bergamo Leuceriano, che attraversa il fiume immediatamente a valle rispetto alla chiesetta della Madonna delle Ghiaie. Poco più a valle fino al 1930, in riva sinistra veniva estratta la Roggia Brembilla, sul territorio di Treviolo. Oggi è rimasto quello che viene chiamato il “Ramo sotteso” della Roggia Brembilla, alimentato dal Canale Curnino e Ceresino che, in quel punto scolmava le eccedenze nel Brembo.
Fino agli anni ’60 in questo stesso punto esisteva una passerella ciclo pedonale, in parte poggiante sul greto del Brembo (dalla parte di Bonate Sotto) ed in parte sospesa (dalla parte di Treviolo). La passerella venne abbattuta per motivi di sicurezza e non più ricostruita.

Esiste ancora ed è visibile, un condotto sul fondo del letto del fiume, che portava acqua dalla centrale Enel dei Mulini di Sotto di Bonate, allo stabilimento della Dalmine. Dalla parte opposta del fiume, in territorio di Bonate, il Torrente Lesina (La Lèsna), oltre la collinetta di Santa Giulia, scende e confluisce poco più a Sud nel Brembo, nella zona dei Magredi del Brembo, al confine con i territori di Madone e Filago.
Prima della “Forra”, nella quale il Brembo scorre vorticosamente, incassato fra due sponde molto alte, fra Filago e Brembate, si incontra la passerella ciclo-pedonale che collega Filago e Osio Sopra, prima dell’arco a tutto sesto del ponte canale che porta le acque del Canale Enel ad alimentare lo storico tracciato della Roggia Brembilla (Brembéla o Marzola), prima del suo ingresso nella filanda della Rasica. A seguire, il grosso tubo dell’indotto del canale Adda-Serio che attraversa il Brembo.

Dirimpetto all’abitato di Marne di Filago, si incontrano le vecchie rovine del Ponte Corvo, conosciuto a Osio Sopra come “Put Pilù”. A Sud dell’abitato di Marne, in corrispondenza con l’affluenza del Torrente Dordo (Ol Durt), si può ammirare il castello di Marne, seguito dalla centrale Enel di Marne che restituisce le acque della Derivazione Basso Brembo, esattamente sotto il ponte autostradale della A4.

Prima dell’abitato di Brembate, il Brembo è attraversato dal nuovo tracciato del Provinciale Osio Sotto-Capriate, prima di arrivare al ponte Romanico di San Vittore che resiste nei secoli a dispetto di quello, molto più recente (crollato il 28 Gennaio del 1979 e ricostruito).
A valle di Brembate, all’estremo Nord del territorio di Pontirolo Nuovo, più esattamente in località Fornasotto, vengono estratte dal Brembo le “Rogge Trevigliesi” (Moschetta, Vignola, Melzi, La fontana Pasetti), importantissime per l’agricoltura e la vita dello sterminato comune di Treviglio. Nello stesso luogo le vecchie mappe localizzano il tracciato dell’antico “fosso bergamasco”, come linea di confine fra i territori di Bergamo e di Milano

Esattamente ad Est del punto in cui vengono estratte le Trevigliesi, a poche centinaia di metri, dobbiamo registrare la presenza della Fontana Pasetti, Fontanù, acqua sorgiva della falda del Brembo, che sgorga da un avvallamento del terreno, sempre all’estremo Nord del territorio di Pontirolo Nuovo.

LA FLORA

La flora del parco Il Parco presenta una notevole varietà di paesaggi vegetali, i principali tra i quali sono:

Le colture arative e i prati stabili : le prime sono costituite quasi esclusivamente da colture cerealicole mentre i prati polifitici sono superfici di terreno ricoperte da erbe dallo sviluppo contenuto, periodicamente soggette allo sfalcio per la produzione di foraggio. Sebbene si tratti di vegetazione antropica, i prati costituiscono un consorzio vegetale di pregio per la ricchezza floristica che li contraddistingue e per il contributo che forniscono alla varietà dell’ecomosaico locale.

Le cortine arboree di corsi d’acqua minori naturali e artificiali : gli elementi del reticolo idrografico minore, sia naturale che artificiale, sono accompagnati, per ampi tratti, da cortine e filari arborei, che spesso costituiscono i corridoi verdi di maggior pregio delle aree urbane e periurbane. La dotazione vegetale è di valore soprattutto lungo i cavi delle rogge ancora attive e di maggior rilievo, in quanto accoglie una florula preziosa in senso sia quantitativo sia qualitativo. Le condizioni di umidità e di freschezza determinate dallo scorrimento delle acque favoriscono l’insediamento di specie nemorali, anche microtermiche, tipiche dei consorzi boschivi mesofili dei versanti vallivi; inoltre il piede costantemente umido delle ripe accoglie i grossi carici, tipici delle zone palustri, che non trovano idonei habitat nei ghiaieti del letto del Brembo.

Le boschine e le fasce boscate a dominanza di robinia : la robinia è presente in modo più o meno marcato in tutti gli ambiti boscati dell’area del Parco, ma in alcune plaghe, interessate da interventi distruttivi della vegetazione originaria o da continuo e forte disturbo, ha preso nettamente il sopravvento diventando la specie dominante. Si concentra in particolare sul terrazzo più basso al di sotto della scarpata morfologica che si sviluppa tra gli abitati di Filago, Madone e Bonate Sotto e il fiume Brembo, in destra idrografica. Lo strato arboreo nel robinieto è pertanto molto semplificato ed è costituito, in genere, da piante di robinia coeve, fra cui s’inseriscono sporadicamente specie autoctone, acero campestre, farnie e carpini, testimoni di potenzialità vegetali e di presenze pregresse di maggior pregio. Anche lo strato arbustivo è molto povero e costituito per la quasi totalità da sambuco o da nocciolo.

I magredi : lungo l’asta del Brembo, nei territori di Bonate Sotto e nell’ampio alveo del fiume, nel tratto caratterizzato da rami intrecciati, sono presenti spazi aperti detti magredi, costituiti da formazioni erbacee insediatesi su substrati ghiaiosi e sabbiosi, molto permeabili e siccitosi. Questa situazione ambientale ha selezionato nel corso del tempo una vegetazione spiccatamente termo-xerofila, rara in pianura, ricca di specie di interesse naturalistico, spesso tipiche dei versanti collinari esposti a solatìo. La copertura erbacea è costituita da specie steppiche, tipiche delle aride pianure esteuropee ed asiatiche, mediterranee, orofite a distribuzione montana discese in pianura fluitate dalla corrente del Brembo e qui insediate in tempi in cui il clima era più freddo. Alla vegetazione erbacea (la specie dominante è la graminacea forasacco eretto) si associa in alcune plaghe una vegetazione arbustiva pioniera costituita da rosa selvatica comune, rovo e dall’esotica buddleja. Importante sta divenendo anche la presenza di un’altra esotica arborea molto rustica e competitiva, l’ailanto.

Le cortine arboree interpoderali a dominanza di robinia : il plurisecolare lavoro di spietramento dei campi è uno dei processi storici che hanno costituito il paesaggio agrario dell’alta pianura bergamasca. I sassi raccolti nel terreno dopo le arature, venivano accumulati ai margini dei coltivi dando origine a rilevanti depositi di ghiaie, larghi alcuni metri e lunghi diverse decine, creando a volte complessi e continui disegni geometrici sul suolo. Su questi depositi si è instaurata una vegetazione adatta a condizioni di aridità e termofilia, creando lunghi e caratteristici corridoi vegetazionali. Queste siepi, che un tempo venivano denominate “rovari” o “murari”, a seconda che si mettesse in evidenza la composizione edafica o vegetazionale, sono dominate, nello strato arboreo, da due essenze esotiche, la robinia e l’ailanto Tra le specie non autoctone, introdotte per sostenere le prime attività imprenditoriali, troviamo i gelsi (Morus nigra e Morus alba) e il gelso da carta (Broussonetia papyrifera), coltivati in passato, in gran numero, per l’allevamento del baco da seta, ma ormai ridotti a pochi esemplari. Fra le specie alloctone dominanti si rinvengono rare presenze di specie vegetali, tra cui rovere e cerro, che costituiscono le ultime vestigia del manto forestale che vegetava nella pianura prima dell’avvento delle attività agricole.

La vegetazione delle scarpate morfologiche : l’acclività delle scarpate e l’esposizione hanno favorito lo sviluppo di una vegetazione termofila tipica di suoli tendenzialmente asciutti. La copertura vegetale presenta uno strato arboreo ben sviluppato, costituito da specie autctone fra cui domina il carpino nero, accompagnato dal bagolaro, da alcune querce e dall’acero campestre. Anche il sottobosco rivela una elevata presenza di specie autoctone nemorali, contribuendo a determinare l’elevato valore naturalistico di questa tipologia vegetale, che si raccorda ai consorzi di latifoglie eliofile dei primi versanti collinari.

La vegetazione rupicola su ceppo in forra : nel tratto compreso tra Filago e Brembate il Brembo scorre in forra tra ripide pareti colonizzate da una florula ricca di specie tipiche di orizzonti vegetali montani, assai rare in ambito planiziale. Tra queste entità si ricordano, a titolo d’esempio, Globularia cordifolia. Phyteuma scheuchzeri, Sesleria varia, Erica carnea, Hinula ecc. Di notevole importanza fitogeografica è la presenza della campanula d’Insubria (Campanula elatinoides), specie esclusiva delle Prealpi Lombarde, tipica delle rupi calcareodolomitiche del piano montano e montano superiore.

I querco-carpineti : la vegetazione potenziale naturale delle aree planiziali dell’alta pianura bergamasca è costituita da consorzi di querce con carpino bianco, detti querco-carpineti. Sebbene querco-carpineti ben strutturati non siano presenti nell’area del Parco, i consorzi che più ad essi si avvicinano sono il bosco dell’Itala e le macchie boscate presenti nel parco del Castello di Marne.

LA FAUNA

La fauna del parco Gli ambienti fluviali costituiscono spesso nella nostra pianura, ormai fortemente compromessa dalle molte attività antropiche, una zona preziosa per la fauna, dove gli animali possono trovare cibo, riparo dai predatori e ambienti adatti alla riproduzione.

Naturalmente per gli animali, dotati di movimento, è poco significativo segnalare presenze puntiformi, specialmente su un territorio che non presenta grandi barriere allo spostamento. E’ quindi più interessante cercare i particolari ambienti presenti nell’area, che non sono esclusivamente quelli legati all’asta fluviale, ma anche i terreni agricoli circostanti e le rare formazioni boschive.

Nella zona tra Bonate Sotto e Filago vi sono i prati aridi lungo il fiume, dove nidificano piccoli uccelli come il canapino, il pigliamosche e un abile predatore come l’averla piccola.

Questa particolare tipologia ambientale, ormai rara in tutta la pianura, si ritrova in formazioni molto ridotte anche nei pressi di Osio Sopra. La vegetazione circostante i campi coltivati, ospita molte specie, tra le quali la capinera dal ricco gorgheggio, la sterpazzola, il gheppio, piccolo rapace che nella zona nidifica sui piloni dell’alta tensione.

Arrivati a Marne la presenza delle forre proteggono efficacemente una ricca fauna. Qui troviamo numerosi ardeidi, tra i quali vanno segnalati l’airone cenerino, la garzetta e la nitticora; viene spesso avvistato il martin pescatore e frequente è anche la rondine montana.

In questa zona è inoltre certa la presenza di due serpenti, la biscia dal collare e la natrice tassellata, entrambi innocui e fortemente legati ad ambienti acquatici.

La corrente impetuosa di questo tratto non impedisce un’abbondante presenza di pesci, come cavedani, vaironi, barbi, sanguinerole, mentre le trote, iridea e fario, sono legate alle immissioni per la pesca sportiva. Rare sono le aree boscate, dove è certa la presenza di un buon numero di specie interessanti: tra i rettili il ramarro,l’orbettino, il saettone e il biacco, agile serpente di colore scuro; la cincia allegra e la cinciarella entrambe nidificanti, il rampichino, il picchio muratore, il torcicollo e il picchio rosso tra gli uccelli; il toporagno, il moscardino, il ghiro dalla morbida pelliccia, il riccio, la volpe tra i mammiferi.

PIRO PIRO PICCOLO Actitis hypoleucos (DALMINE) Questo uccelletto legato all’acqua ama acchiappare le sue prede tra i ciottoli e la ghiaia del fiume, ondeggiando costantemente la coda . Insieme al corriere piccolo è il limicolo più tipico del Parco del Brembo.

SFINGE DELL’EUFORBIA –Hyles euphorbiae (Madone) Sia il bruco che l’adulto di questa farfalla crepuscolare rappresentano veri e propri gioielli cromatici, giocati più sul contrasto di colori l’uno e più sulle sfumature pastello l’altro. La larva dal tipico corno rosso si nutre esclusivamente di erba cipressina (Euphorbia cyparissias), essenza presente nei prati asciutti del Parco.

PICCHIO ROSSO MAGGIORE – Picoides major (Bosco dell’Itala) Essenziale per la biologia di questo abitante dei boschi è la presenza di tronchi o rami morti, condizioni che ritrova al Bosco Itala e lungo alcuni tratti del Brembo: dal legno il picchio ricava il suo nido, estrae le larve di cui si nutre e ottiene il tambureggio per delimitare il proprio territorio.

BALLERINA GIALLA – Motacilla cinerea (presso la Sede del Parco) Elegante uccello dal volo ondulato, la si trova tipicamente associata ai corsi d’acqua, preferendo nettamente quelli con sponde rocciose e a corrente vivace. Per questo la si osserva spesso lungo le forre del Brembo e del Dordo, dove individua le cavità adatte per la costruzione del nido.

RICCIO EUROPEO OCCIDENTALE – Erinaceus europaeus (presso Santa Giulia a Bonate Sotto) Simpatico e conosciuto insettivoro, è diffuso soprattutto nelle campagne ricche di siepi e roveti del Parco. Quando minacciato si appallottola esponendo le aguzze spine che lo ricoprono dorsalmente; purtroppo tale difesa si rivela poco efficace contro gli investimenti da parte di auto sulle strade, che insieme alla diminuzione di ambienti favorevoli ne sta causando un costante regresso numerico.

VOLPE La volpe è l’unico predatore di medie dimensioni presente in questi territori. La capacità di adattamento di questa specie agli ambienti antropizzati e la dieta onnivora le consentono di sopravvivere.

RAMARRO OCCIDENTALE – Lacerta bilineata (Boltiere) Facile da scorgere ai lati dei sentieri agresti mentre regola la sua temperatura corporea al sole, questo rettile si nutre di piccoli animali e frutti. Il maschio in occasione del periodo riproduttivo tra aprile e giugno sfoggia una brillante colorazione blu su testa e collo, mantenendo verde il resto del corpo.

GLI ITINERARI TEMATICI

Itinerario del Romanico

L’ambito territoriale del Parco in sponda destra si caratterizza, in particolare dall’Almennese fino alla foce del Brembo in Adda, per una cospicua presenza di monumenti, reperti e tracce dell’architettura Romanica e dell’organizzazione territoriale del periodo storico dell’arte Romanica. Si segnala la presenza della Basilica di S. Giulia e dei resti dell’ex Chiesa di S. Giuliano a Bonate Sotto, della Chiesa di S. Bartolomeo a Marne di Filago, della Chiesa dedicata ai SS. Fermo e Rustico a Grignano, della Chiesa di San Vittore con omonimo ponte sul Brembo a Brembate, della Chiesa dedicata ai SS. Siro e Sinigoldo a Capriate San Gervasio. Tali presenze assumono particolare risalto entro un contesto che presenta trame di organizzazione territoriale che affondano le radici nella storia antica.

Itinerario dell’acqua e della cultura materiale Il tema del reticolo idrografico possiede rilevanza paesistico-ambientale in sé; è da questo assunto che la proposta didattica si pone come obiettivi la sensibilizzazione verso il profondo rapporto tra l’uomo e l’acqua nella storia dei nostri luoghi. Nello specifico l’itinerario vuole metterne in luce le relazioni con la cultura del lavoro, per la coltivazione agricola, per l’alimentazione del sistema dei mulini, per la fornitura di energia motrice agli opifici, per la presenza di manufatti regimazione/regolamentazione.

LE GEV

Guardie Ecologiche Volontarie Le amministrazioni del PLIS del Brembo (Boltiere, Bonate Sotto, Dalmine, Filago, Madone, Osio Sopra, Osio Sotto) hanno attivato nel 2006 un corso per la preparazione delle Guardie Ecologiche Volontarie del parco, raccogliendo le adesioni dei cittadini interessati a frequentare il corso. A partire da tale anno si è quindi costituito il gruppo delle GEV del PLIS Basso Brembo.

Le GEV sono istituite da una legge regionale che ne definisce i compiti: sono cittadini che volontariamente hanno scelto di prestare un servizio pubblico a tutela dell’ambiente presso gli enti locali gestori dei parchi. Questo servizio comporta attività di VIGILANZA (accertano per sanzionare i comportamenti dei singoli che si pongono in contrasto con le leggi di tutela dell’ambiente), EDUCAZIONE AMBIENTALE, MONITORAGGIO AMBIENTALE e di collaborazione in caso di calamità o di disastri ecologici con altri enti e istituzioni. L’ente gestore provvede al completo coordinamento delle attività delle GEV, alla fornitura dei mezzi e delle dotazioni di servizio ed al rimborso delle spese sostenute. Le GEV, in quanto volontari, non percepiscono un compenso per i servizi svolti. Le GEV sono disponibili a guidare i visitatori del Parco che fossero interessati ad un percorso conoscitivo del territorio. Le richieste dovranno pervenire all’Ufficio Parco via e-mail o telefonando durante gli orari di apertura al pubblico dell’Ufficio.

RETE ECOLOGICA REGIONALE

La proposta di Piano Territoriale della Regione Lombardia (D.G.R. del 16 gennaio 2008, n. 8/6447) prevede al punto 1.5.1 del suo Documento di Piano la realizzazione della Rete Ecologica Regionale (RER); essa viene ivi riconosciuta come Infrastruttura Prioritaria per la Lombardia inquadrandola, insieme alla Rete Verde Regionale negli Ambiti D dei “sistemi a rete”.

Al medesimo punto il documento indica che “la traduzione sul territorio della RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale e Locale che, sulla base di uno specifico Documento di Indirizzi, dettagliano la RER”.

In questo ambito il PLIS del Basso Brembo ha predisposto diversi progetti per la realizzazione locale della rete ecologica, in diversi ambiti. In particolare sono significativi:

VOCI DAL PLIS…

04 Luglio 2014 : Una domenica mattina…

Mentre osservavo un piccolo di upupa straziantemente predato, ho sentito uno strano sovrapporsi di versi e, alzato gli occhi in quella direzione, ho visto uno sparviere entrare come una freccia in uno stormo di storni. Non sapevo per chi tifare! Il gruppo non si è sfasciato e lo sparviere è uscito stranamente con le zampe vuote. Passata la paura gli storni si sono rituffati allegramente tra le fronde del gelso a festeggiare lo scampato pericolo con le dolci more. Ora ho un cruccio: era un gelso bianco o nero?

Una decina di gruccianti gruccioni a cavallo dei cavi dell’alta tensione, un martin pescatore stranamente e buffamente appollaiato su un sasso ( !! ) e giovani rondini senza la lunga coda biforcuta in bella posa sui rami secchi di un olmo morto in attesa della certa imbeccata dei genitori. Perennemente in volo, in continui andata e ritorno sull’asta del Brembo, quattro ibis sacri e tre cormorani, una ballerina gialla che mobba una rondine (!!) rea di essere capitata a cacciare nel suo territorio dovendolo abbandonare forzatamente e frettolosamente e un allarmante verso del piro piro piccolo che attira il mio sguardo e lo vedo lasciare la spiaggetta per ripararsi, mimetizzandosi, tra i sassi del greto.

E i canti? Una mattinata ancora interessante nonostante che il periodo riproduttivo stia lentamente andando verso la fine. Almeno sei canti piuttosto modesti degli usignoli da sembrare tutti non molto in forma, un solo canto ma ben deciso dell’usignolo di fiume, a decine quelli delle onnipresenti e instancabili capinere, due del canapino nascosti tra i rami di un pioppo nero e di un salice a foglie strette e numerosi versi degli immancabili picchio verde e picchio rosso maggiore. Stranamente breve il canto dei gialli verzellini e ammosciato quello dei pochi fringuelli….veramente poco convincenti se ancora in cerca di compagna!

Stancamente sulla via del ritorno gli occhi cadono su due cespugli di scotano. Il color porpora dei frutti piumosi indica che sono maturi. Il sole è inclemente e riprendo il cammino ma al “solito” triangolino tre orchidee mezze sfiorite testimoniano che anche quest’anno l’ Ophrys fuciflora era presente! Come non cogliere l’occasione per fermarsi all’ombra…

Ritorno alla macchina alle 12,40 sfatto ma anche oggi penso di essere stato molto fortunato!!

18 Maggio 2014 : Puliamo il Brembo… a Bonate Sotto

Certo che la giornata assolata di domenica 18 maggio non era tra le più entusiaste da dedicare alla pulizia del tratto del Brembo a Bonate Sotto. E poi il ritrovo alle 14,30 al parcheggio del Parco è avvenuto talmente lentamente che la speranza che potesse diventare anche una bella giornata partecipata stava diventando un’utopia… ma tant’è che si è realizzata!! Lentamente, ma costanti come le formiche.

Consegnato guanti, cappellini e pettorine ai bambini, qualche parola sugli strani movimenti di sabbia nel letto del Brembo di fronte al quagliodromo di Treviolo, l’osservazione di alcune orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis) e….al lavoro!

La base dei pioppi neri e dei salici che crescono nell’alveo sono rivestiti di plastica che assurdamente non è possibile asportare. La corteccia, crescendo, ha accorpato la plastica quasi fondendosi. Ma anche dai rami penzolano strani rifiuti composti da residui di plastica, stoffa e vegetali talmente aggrovigliati che finisce tutto nel sacco indifferenziato.

Le bottiglie di plastica la fanno da padrona, ma anche il polistirolo, pneumatici, sedili di autoveicoli, bottiglie di vetro, scatolette di cibo, cartucce da caccia… ed i sacchi lentamente si riempiono.

Ma l’attività che ha coinvolto e soddisfatto maggiormente i bambini è stata il recupero di un migliaio di pesci intrappolati in una pozza alla base della diga. Un barbo, sei bavose, una decina di vaironi superiori a 12 cm e centinaia tra i due ed i dieci cm oltre ad alcune centinaia di sanguinerole rilasciati a monte della diga. Tutto perfettamente organizzato come in una fabbrica: chi catturava, chi porgeva il contenitore di plastica con l’acqua dove depositarli, chi la trasportava e chi li rilasciava cercando di far evitare ai piccoli pesci il trauma della differenza di temperatura tra l’acqua calda della pozza e quella fredda del Brembo. La fortuna ci è venuta in aiuto con il ritrovamento tra i rifiuti lungo le sponde di un retino che ci ha permesso di catturarli molto più facilmente e velocemente che con le semplici ma abili manine. Semplice fortuna o…?

Puliamo_il_Brembo_2

Le 17,45 arrivano velocemente e i rifiuti vengono caricati sul camioncino che viene completamente riempito e d’ obbligo si scattano le foto di rito per testimoniare questa giornata finita meravigliosamente. Ci lasciamo con la promessa di realizzare per l’autunno dei corsi di “aggiornamento” per la conoscenza della flora e della fauna del PLIS. Sarebbe importante riuscire anche in queste giornate di pulizia a concentrarsi per distinguere oltre la tipologia dei rifiuti anche le bellezze naturalistiche che questi ambienti naturali ancora ci offrono.

Un grazie al Comitato per l’entusiasmo nell’organizzazione e alla quarantina di instancabili partecipanti.

lcn

24 Febbraio 2014 : Passeggiata ornitologica a Brembate, Odiago e Fara

Visto il caldo pomeriggio sabato ho approfittato per fare una visita ornitologica al piccolo stagnetto circondato da pioppi, ontani e salici del parco Arnichi a Brembate. Di interessante due martin pescatori che si rincorrevano tra le cannuccie e le cime dei salici emettendo ripetutamente il classico verso; le folaghe intente a preparare il nido, un tordo sassello che produceva sgraziati versi che stonavano con i ripetuti canti dell’usignolo di fiume e dello scricciolo e con i versi delle cinciarelle e cinciallegre. Interessanti due maschi di migliarino di palude già in abito riproduttivo.

Allertato telefonicamente del possibile spostamento dei rospi a Villa d’Adda alle 21 sono ad Odiago per la classica operazione di favorire loro l’ attraversamento della strada….ho sentito in canto sia la civetta che l’ allocco. Per la fortuita occasione ho ancora il dubbio che fossero delle riproduzioni di qualche ornitologo in fase di censimento dei rapaci notturni. In attesa di conferma da parte degli ornitologi bergamaschi tengo validi questi dati. L’allarme si è rivelato falso in quanto i rospi presenti sulla strada erano solo tre di cui due…..il terzo lo abbiamo spostato oltre la strada nella direzione in cui era rivolto. Il giorno precedente pioveva….

Domenica mattina a Fara Gera d’Adda ho percorso il sentiero che dal parcheggio poco a valle della passerella si snoda nel bosco a pochi metri dall’Adda. Alcuni grossi pioppi neri, platani, salici e pioppi bianchi si alternano nel filari lungo la stradina e isolati ontani neri con i lunghi fiori maschili gialli in prossimità della sponda. Nel bosco i fiori dell’olmo sono tutti sbocciati e diventa facile distinguere questa specie dalle altre. Una curiosità… i fiorrancini erano tutti sull’unico abete rosso incontrato in prossimità della POERA CA’. Speravo di sentire verdoni e verzellini in canto ma….nulla.

Questa è la lista delle osservazioni. Con la lettera X si intende più avvistamenti e con > maggiore di, più di….

lcnAvvistamenti

17 Ottobre 2013 : GHEPPIO MORTO

Oggi devo purtroppo confermare che il giovane di gheppio trovato morto domenica 13 dalle GEV è stato impallinato. Il veterinario ha fatto la lastra e ha rilevato la presenza di pallini. Da una valutazione generale ha giudicato l’esemplare sano e con buoni muscoli.

Dispiace che tra gli “amanti” della natura ci siano ancora persone di livello morale, civile e legale talmente infimo. Spero vengano isolate da chi crede ancora che la caccia sia una “nobile” passione. Un giovane gheppio che si ciba in questo periodo prevalentemente di cavallette e topolini non è “nocivo” nemmeno per il mondo venatorio più tradizionale. Evidentemente c’è chi ancora non riesce a provare ammirazione per la sua abilità nel volo e nella caccia alle prede ma si ferma alla semplice invidia e si ritrova ad eliminarlo. E la sua uccisione resta in ogni caso un atto punibile dalla legge. Purtroppo anche su questi fatti dobbiamo continuare a tenere gli occhi aperti.

2 ottobre 2013 : …LA SOLITA FORTUNA?

Brembate, ore 8,05…mentre “catenaccio” la bicicletta al palo fuori dal magazzino gli irrefrenabili versi delle decine di storni, che hanno scelto come dormitoio un bel bagolaro all’interno del Parco Donati, riecheggiano in tutta la zona. Lo sguardo corre verso la sua tondeggiante e chiassosa chioma. Il tempo di metterla a fuoco nella ricerca degli ostinati produttori di versi striduli la visuale viene tagliata in due da un robusto volo di picchio verde.

Picchio_verdeForse infastidito dal continuo chiacchierio degli storni abbandona il bagolaro e attraversa la strada con il suo poco pronunciato ondeggiamento verticale. Era talmente basso che per un attimo ho pensato ad una collisione con la facciata del magazzino ma ha superato il tetto senza modificare la sua perfetta curva di volo.

Il mio pensiero corre subito tra i rami del tiglio nel parcheggio dietro il magazzino e lo sogno aggrappato alla corteccia alla ricerca di formiche…apro la prima porta, corro verso la seconda ed esploro tra le foglie del tiglio, che stanno virando di colore, per scorgere dei movimenti. Ma né sul tronco né sui rami…

…mi sento comunque fortunato lcn

10 Agosto 2013 : SABATO 10 AGOSTO

Bonate Sotto, sabato 10 agosto 2013 dalle 16,00 alle 19,15.

Certo che l’ora ed il periodo sono i peggiori per una passeggiata di servizio come GEV ma nella zona dei prati aridi di Bonate Sotto sono diversi i problemi che vengono comunemente “proposti” dai gitanti estivi e nonostante i continui controlli si ripetono imperterriti: taglio alberi per alimentare i fuochi per le braci e relativo abbandono dei rifiuti, tende con generatori per alimentare le potenti casse per “sballarsi di notte”, motocross, ciclomotori, auto con permessi particolari, cani sguinzagliati….e quest’ultimo era il motivo principale della mia presenza. Il più banale dei problemi elencati ma il più pericoloso per le eventuali seconde nidificazioni dei succiacapre che depongono le due uova tra i sassi dei ghiaieti e che se i cani sono lasciati liberi possono involontariamente “giocare” con i giovani batuffoli….

Dal parcheggio risalgo verso il ponte dell’ asse interurbano. Subito si nota quanto le piogge primaverili ed estive hanno modificato il colore dorato che solitamente trovi in questo periodo estivo negli ambienti aridi mentre l’anno scorso era tristemente color “bruciato” con tanto di cenere nera. La bassa erbetta verde cresce tra gli spazi lasciati dai muschi che a loro volta hanno conquistato tra i ciottoli di quello che anni fa era il letto del Brembo. La maggior parte dei fiori è sfiorita ma seguire il volo di alcune specie di farfalle ti porta inevitabilmente a rimanere stupito nel vederle atterrare sui quelli minuscoli che non avevi ancora notato…la distrazione continua con…un rapace poco più grosso di un gheppio che prende il volo da un ramo secco e, volando radente al terreno, lo perdo di vista senza poterlo riconoscere! Non puoi distrarti un attimo con le poetiche farfalle e fiori che…cominciamo bene l’uscita e se ripenso al caldo delle 16,30…chi me lo ha fatto fare!?

Riprendo il cammino sconsolato tra migliaia di cavallette che saltano in ogni direzione collegando questa abbondante presenza a quella di alcune specie di uccelli, come l’averla piccola, che ne sono ghiotti.

Le “eterne piccole” piantine di ailanto sembra stiano colonizzando tutta la fascia entro 100 metri dalla sponda del Brembo partendo dagli appostamenti di caccia alle allodole fino al ponte dell’asse interurbano. “Eterne piccole” perché da anni non mostrano segni di svilupparsi in altezza in questo difficile ambiente xerofilo. Questo vegetale infestante e coriaceo sembra arrendersi a certe condizioni estreme ma…..forse non è ancora il caso di cantar vittoria!!!

Un sbirciatina al Brembo mi procura i primi avvistamenti ornitologici: una dozzina di balestrucci in volo basso e lento sull’ acqua si abbeverano, una decina di ballerine bianche, tra adulti e giovani, svolazzano da un sasso all’altro, una garzetta, in una insolita posizione per gli ardeidi, appoggiata con la pancia su un grosso sasso che sferra in acqua i colpi con il suo becco. Talmente incredibile questa sorpresa che non ho pensato a scattare una foto.

Il passaggio alla vasca volano ai piedi dell’asse interurbano frutta la certezza della nidificazione del germano reale. Ho visto un piccolo infrattarsi tra i rami di un salire caduto in acqua e 4 adulti volare dalla vasca spaventati per la mia presenza. In questo periodo nella vasca ci sono circa 30 / 40 cm d’acqua. La tifa continua imperterrita a colonizzarla e tra un paio d’anni avrà colonizzato l’intera superficie. Da segnalare due gallinelle d’acqua che pasturavano nell’adiacente campo di erba medica che anche loro allarmate hanno spiccato un goffo volo con le lunghe zampe penzolanti e si sono rifugiate nel folto delle tife calandosi come un elicottero, ben 8 tortore selvatiche, un colombaccio, una fagiana, alcune cornacchie grigie, un passero (!!) e 5 storni.

Alla diga a valle dello scarico del depuratore di Bergamo la solita schiuma color nocciola ricopre buona parte della superficie dell’acqua. Poco a valle quattro garzette, pochi gabbiani comuni, un martin pescatore e finalmente alle 19,00 il tanto atteso canto della capinera. Non sarei ritornato senza averlo ascoltato! Prima di ritornare al parcheggio l’ultimo interessante avvistamento: una natrice affamata immersa in acqua a caccia di pesci. Forse per la stanchezza o per il caldo ma anche in questa occasione mi perdo a osservarla e sperare nella cattura di uno dei tanti avannotti che incuranti del pericolo gli girano intorno. Non l’avessi pensato…è capitato facendomi di nuovo trovare impreparato a scattare delle buone foto. Ve ne allego due. Una con un pesce e la sua ombra sul sasso e l’altra un attimo dopo aver catturato il pesciolino.

Anche oggi, nonostante il caldo, mi sono divertito. lcn

8 agosto 2013 : BREMBATE E LO SMERGO MAGGIORE

Lunedi 5 agosto alle ore 7,50 andando al lavoro in bicicletta ho avuto una piacevole sorpresa quando passando sulla passerella di Brembate il mio sguardo è scivolato casualmente nel letto del Brembo. Pensavo al solito gruppo di “germane” residenti tra il Ponte Vecchio e la chiesetta di S. Vittore quando una posizione molto strana per questa specie, nuotando con il collo allungato e la testa immersa, mi ha “costretto” a osservarle meglio! Ben 9 smerghi maggiori. Ma la mia fermata sulla passerella li ha allarmati e lentamente si sono allontanati verso la Filarola. Al volo pedalo fino al magazzino e in poco meno di 10 minuti Giusi mi porta il binocolo e la macchina fotografica. Ritorno alla passerella ma le 9 sagome si scorgono solo col binocolo al Coren nei pressi della nuova piccola dighetta. Voi avreste desistito nel ritrovarli? Io naturalmente NO!!

Raggiunti al Coren, gli otto piccoli con atteggiamento strafottente e accompagnati dalla mamma, ripetevano insistentemente lo stesso tratto tra la diga e lo scarico del deputatore consortile di Boltiere. La testa leggermente inclinata all’insù e in costante rotazione orizzontale quasi a cercare pericoli fuori dall’acqua. Contemporaneamente solo uno che, con il collo allungato e la testa immersa, sbirciava sotto il pelo dell’acqua. Chissà quale segnale è partito e in meno di un secondo tutti nove si sono infilati nella pancia del Brembo. La loro momentanea scomparsa mi ha però dato il piacere di concentrarmi sulle altre interessanti presenze messe fino ad ora in secondo piano: le rincorse di due vociferi corrieri piccoli sulla piccola spiaggettina, il verso del martin pescatore a pochi metri da me, un giovane di nitticora scimmiescamente saltellante da una fronda all’altra e due tuffetti ancora scombinati per la massiccia presenza degli abili concorrenti. Questa tranquilla pausa è durata poco meno di una dozzina di secondi ed il primo giovane smergo è emerso come un pallone seguito velocemente dalla risalita degli altri famigliari senza nessuna preda nei becchi.

Smergo_Maggiore2

E come nelle sale cinematografiche il film è ripartito come da copione riproponendo le stesse sequenze….ed io ho tristemente abbandonato la “sala” per non disturbarli nella loro importante lezione di vita.

Anche lunedì mi sono proprio divertito. nnnlcn

29 Luglio 2013 : BRUTTE STORIE ESTIVE

Ieri come G.E.V. e Legambiente siamo stati allertati per un grosso problema che colpisce il nostro fiume nei periodi molto caldi: la mancanza di acqua nel fiume. Le cause sono da addebitarsi al non rispetto del deflusso minimo vitale della diga dell’ ENEL di Ponte San Pietro, a prelievi abusivi della poca acqua rilasciata e “forse” ad una forma di carsismo proprio in quella zona dovuta sempre alla poca acqua rilasciata.

Le foto che vi allego sono la testimonianza del danno che la grande avidità umana procura all’ ambiente (nel nostro caso al Brembo) per mantenere inalterati i livelli di produzione energetica e agricola. Questo “solo” per soddisfare la nostra esagerata necessità di energia….

4_specieQuattro sono le specie che sono state “bollite” nelle pozze rimaste senza acqua corrente (foto a fianco) : vairone il più grosso in alto a sinistra, sanguinerola in basso a sinistra, cobite in alto a destra e la bavosa in basso a destra e alcune specie di gasteropodi d’acqua dolce (i lumaghine).

1600_in_posaNella foto a fianco, sono 1600 i pesci a pancia in aria che ho contato. Se qualcuno me li conferma posso con matematica certezza dire che quelli bolliti in una delle pozze superano i 40.000 esemplari. In altre pozze ancora un po’ di vita si notava ma per poter garantire la sopravvivenza bisogna sperare che l’umano rilasci la giusta acqua nel Brembo e che piova!! Ed in questo momento PIOVE!!!

Paradossalmente questa situazione mi ha permesso di vedere, con grande stupore, per la prima volta nel Brembo la presenza della cobite e la soddisfazione di rivedere l’amata bosa (bavosa di fiume) che i più abili catturavano con le mani spostando lentamente i sassi o i più efficaci col pirù o i vigliacchi facilmente coi plocade. Bei ricordi d’infanzia.

Talmente tragica la situazione che anche una tartaruga dalle guance rosse rilasciata dagli “amanti della natura” si rifiutava di nuotare nell’acqua calda e di mangiare i pesce bollito…passatemi questa ironia. Ora si trova nell’ acquario dell’ Aula del Vivaio e a giorni la porterò nel laghetto del Parco delle Bandiere di Arcene in amichevole compagnia dei suoi conspecifici.

ImbecillitàAggiungo a questa triste vicenda un’ altra che ha il sapore di immensa imbecillità. E’ stato asportato dall’ Aula del Fiume il pannello degli uccelli che si possono avvistare in questo tratto e spezzato una lista di legno.. Ieri il caldo mi aveva congelato un urlo di disprezzo per l’idiota di turno. Ora lo urlo: IMBECILLE!!! lcn